Il cibo, lo sappiamo, è un importante collante sociale, ma non avevamo immaginato che potesse essere anche un collante temporale. Almeno fino a quando non abbiamo partecipato a uno degli aperitivi archeologici che si svolgono ogni domenica a Roma. Di cosa si tratta? L'aperitivo archeologico è un format ideato da un gruppo di archeologi e archeologhe di casa nella città eterna, che hanno pensato di unire la storia e la gastronomia attraverso il file rouge dell'archeologia, appunto. Così, ogni week-end da circa tre anni, offrono a chi vuole partecipare una visita guidata presso luoghi poco noti della storia romana, accompagnandola con un certo numero di portate ispirate alle ricette dell'antichità.
Accompagnati da Laura, la nostra preparatissima guida, abbiamo visitato ciò che resta dello Stadio di Domiziano, proprio sotto quella che oggi è Piazza Navona. Mentre attraversavamo gli spazi dove un tempo si svolgevano i certamina, Laura ci spiegava la struttura che doveva avere lo stadio quando fu costruito, a quali sport avremmo potuto assistere e persino quali incontri avremmo potuto fare, come testimonia Orazio nella sua Arte di amare, che consigliava agli uomini di fare un giro allo stadio per... rimorchiare.
La specialità di questo e degli altri aperitivi archeologici è la possibilità di gustare sapori antichi, che sono stati ricavati da fonti storiche come il De Agricoltura di Catone, il De Re Coquinaria di Apicio e l'immancabile Satyricum di Petronio Arbitro. Nel nostro caso, servendoci sulla tavola apparecchiata con una tovaglia rosso pompeiano e stoviglie dorate (colori simbolo della Roma antica e non solo), abbiamo fatto il pieno di energia proprio come gli atleti romani: pensate che il lottatore Milone di Crotone mangiava otto chili di carne al giorno! Noi non abbiamo esagerato così tanto, ma non ci siamo fatti mancare le proteine mangiando farro e lenticchie, maiale in salsa di cumino e coriandolo, fagioli e tartine al formaggio gallico. Dopo ci siamo concessi anche il dolce, chiudendo il nostro pasto iperproteico con i globula di papavero, un ottimo street food che avremmo potuto assaggiare allo stadio, se fossimo statri tra gli spettatori. Per buttare tutto giù, un bel bicchiere di vino aromatizzato all'alloro - il lottatore di cui sopra ne beveva cinque litri al giorno, solo che lui dopo non doveva tornare in macchina!
Per scoprire la filosofia dell'iniziativa, abbiamo scambiato qualche parola con l'archeologa Silvia Leggiani, che con il papà degli aperitivi archeologici Ciro Marra organizza questi viaggi nel passato:
"Cerchiamo di avvicinare le persone all'archeologia, puntando soprattutto su un target giovane, che di solito sfugge. Per farlo abbiamo provato a introdurre un po' di freschezza nelle spiegazioni delle guide, ampliando il discorso in modo da avvicinarci alla vita degli uomini del passato. In più, abbiamo scelto location poco note, fuori dal classico tour romano, come appunto questa, il Museo dell'Alto Medioevo, il Museo delle Mura e la Domus Celia con cui tutto è cominciato. Oltre all'aperitivo stiamo introducendo anche altri tipi di eventi, sempre con lo stesso spirito: le Roman Special Adventures, vere e proprie avventure guidate. Ad esempio la visita del cimitero acattolico è accompagnata dai versi di Edgar Lee Masters e dalla musica di De André."
E il cibo, chi lo prepara?
"Ci siamo rivolti a un catering, che però prepara solo le ricette che noi abbiamo selezionato da fonti storiche. Abbiamo dato loro la traduzione e i cuochi si sono occupati di adattarle un pochino al gusto moderno, cercando comunque di restare fedeli alle originali. Ad esempio nel moretum, una salsa, bisognava mettere quattro teste d'aglio: non spicchi, ma proprio teste! Impensabile per i gusti di oggi."
Ora siamo proprio curiosi di provare anche altre esperienze, come l'aperitivo barbarico al Museo Nazionale dell'Alto Medioevo, con le ricette longobarde del Goto Vinidario. Chi si unisce alla brigata?
Per avere informazioni sulle prossime date e iniziative:
www.aperitivoarchelogico.it
aperitivoarcheologico@gmail.com
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