Ieri è stato festeggiato il Natale di Roma, festività legata alla fondazione della città. Noi di B-eat abbiamo pensato di omaggiarla "servendo" primi, secondi e dolci capitolini in un'infografica.
Vista la derivazione rurale e contadina, parliamo di pietanze destinate al recupero delle energie degli uomini impegnati nei campi: quindi la cucina romana vanta ricette particolarmente nutritive o, come direbbero i romani, "ignoranti", rafforzate spesso da porzioni abbondanti.
Il termine "ignorante" al contrario di quello che può sembrare, anzi di quello che dice il vocabolario italiano, a Roma viene spesso utilizzato in chiave positiva, specialmente quando si parla di cibo.
- Aò sti bucatini so' veramente 'gnoranti!
- Conosci 'na trattoria 'gnorante in zona? Cce vojo portà er cugino calabrese stasera.
- Ieri me so' fatto 'na magnata 'gnorante!
Dopo questo passaggio nel romanesco, torniamo ai piatti tradizionali. La capitale è famosa soprattutto per i suoi primi nei quali non può mancare il Pecorino Romano. Se vi parlo di Carbonara, Amatricina, Gricia e Cacio e Pepe, non penso abbiano bisogno di presentazioni. Si aggiungono a questi i rigatoni con la Pajata.
La Pajata viene dalla cosiddetta "cucina povera", in quanto la porzione di carne usata deriva dal "quinto quarto": storicamente si tratta di quello che rimaneva della bestia vaccina o ovina dopo che le due parti anteriori e le due posteriori erano vendute ai benestanti. Dal quinto quarto provengono anche la Trippa e la Coda alla Vaccinara.
La cucina romana vanta anche secondi più sfiziosi come la Coratella con i carciofi e i più popolari Saltimbocca alla Romana.
Nonostante la tavola ricca, il popolo capitolino non si ferma qui e a primi e secondi fa seguito una bella varietà di dolci tra cui Maritozzi, Castagnole, Frappe e nel periodo pasquale si rilancia con la Pizza creciuta. Le numerose pasticcerie presenti a Roma confermano che i romani non abbandonano la tavola finchè il pasto non è completo.
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