Inviato da Federico Pampana il Ven, 04/11/2022 - 10:46

In poche parole all'aumentare della spesa pubblicitaria (rispetto all'anno precedente) corrisponde un vantaggio sul credito d'imposta, ovvero un minor carico fiscale sull'F24.

Finalmente una buona notizia dunque: decidere di investire in pubblicità (attività non poco onerosa ma indispensabile per ogni tipo di business) alleggerisce lo stesso investitore dal peso fiscale annuale.

Una grande opportunità per il mondo della ristorazione ed in generale per la filiera agroalimentare sono i crediti di imposta su investimenti pubblicitari incrementali.

 

Ma andiamo con ordine e vediamo bene di cosa si tratta.

 

Già dal 2018 esiste un credito di imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali. Tale beneficio è stato esteso anche per gli anni successivi, fino almeno al 31/12/2022, salvo auspicabili proroghe per gli anni a venire delle quali però non avremo notizie prima della prossima legge di bilancio.

Il beneficio in questione si sostanzia in un’agevolazione pari al 50% dell’aumento delle spese pubblicitarie, nello specifico quelle investite in emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali, iscritte al ROC e sui giornali quotidiani e periodici, pubblicati in edizione cartacea o in formato digitale. Come, ahinoi, molto spesso accade la semplificazione non è un pregio del nostro legislatore ed è, quindi, utile formulare un esempio pratico per comprendere le potenzialità di questa agevolazione fiscale. Ipotizziamo che un ristoratore abbia speso nel 2021 10.000 euro in pubblicità su emittenti radiofoniche e quotidiani on line e nel 2022 per le stesse spese abbia investito un importo pari a 20.000 euro; ciò significa che potrà godere di un credito di imposta pari al 50% della differenza tra i 20.000 investiti  in digital marketing nel  2022 e i 10.000 euro investiti nel 2021. Il credito di imposta sarà, quindi, pari al 50% di 10.000 euro, ovviamente 5.000 euro.

Il credito di imposta ottenuto tramite questa agevolazione comporta per chi ne fruisce un abbattimento del carico fiscale in quanto può essere utilizzato in compensazione, vale a dire a storno o in riduzione, di qualsiasi imposta che viene versata tramite il modello f24. Tra le varie tipologie di imposte compensabili con il credito per investimenti pubblicitari incrementali figurano l’iva, l’irpef, lires, l’inail, l’iscrizione annuale in camera di commercio, la tassa di vidimazione dei libri sociali, le trattenute per i dipendenti a titolo di imposte sul reddito e contributi degli stessi.

Operativamente la fruizione del credito di imposta in oggetto è subordinata alla presentazione, tra il 1° ed il 31 gennaio dell’anno successivo, della cosiddetta “Dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati” che attesti gli investimenti effettivamente realizzati nell’anno di imposta agevolato. L’importanza di una misura di questo tenore va vista sicuramente nell’ottica del singolo ristorante ma anche per tutti i singoli soggetti appartenenti alla filiera produttiva.

Approfittando di questa agevolazione, infatti, si crea un circolo virtuoso poiché il ristoratore che la realizza ha la possibilità di investire in marketing e pubblicità creando una leva per il proprio fatturato ottenendo al contempo un’ottimizzazione dal punto di vista fiscale. Per far sì che tutto funzioni al meglio così da ottenere una crescita esponenziale è importante scegliere il corretto partner sia dal punto di vista pubblicitario, e chi meglio di B-eat, ma anche dal punto di vista fiscale.

Proprio per questo è nata la partnership su questa agevolazione tra B-eat e Metodo Vics e cliccando al link in calce potrai approfondire tutti gli aspetti fiscali inerenti lo sfruttamento del credito di imposta su investimenti pubblicitari strumentali fino ad arrivare alla presentazione delle domande e all’ottenimento dell’agevolazione.

https://metodovics.com/

Dott. Federico Pampana
Commercialista e ideatore di Metodo Vics

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