Li abbiamo conosciuti che avevano in mente una buona idea per avvicinare produttori e consumatori. Era il mese di aprile e noi stavamo organizzando il primo Kitchen goes Digital a Milano al quale i ragazzi di Discovery Food hanno partecipato arrivando direttamente dalla Puglia. Da allora sono passati sette mesi e li abbiamo visti vincere uno dei grant WCAP per il 2014 e perfezionare, sviluppandola, quell'idea iniziale. Ora Giovanni Mangiatordi, Michele Spinelli e Vito Tafuni si raccontano con una intervista e ci spiegano quali sono i loro progetti per il futuro.
Silvia: cominciamo con la vostra mission in una sola frase...
Giovanni: l'Italia è piena di cose buone, bisogna solo raccontarle. I piccoli produttori spesso non ci riescono. Discovery Food li aiuta ad arrivare al mondo.
Silvia: accidenti, ma queste sono tre frasi... ma cortissime! :) Facciamo un passo indietro: come vi siete conosciuti e da dove viene il vostro interesse per l’agroalimentare italiano?
Michele: siamo pugliesi, più precisamente altamurani. La cultura del cibo e la ricerca delle genuinità sono aspetti importanti del nostro retroterra: abbiamo la fortuna di avere delle mamme che ogni giorno a tavola ci fanno stare bene, per noi il pranzo e la cena sono momenti fondamentali di aggregazione e convivialità. Ci conosciamo da più di 15 anni, abbiamo frequentato lo stesso liceo poi ognuno di noi ha percorso strade diverse. Io sono un tecnologo alimentare che si è occupato di produzione di cibo a livello industriale, Giovanni ha gestito la digitalizzazione di alcune aziende agroalimentari, Vito è un bravissimo informatico e a tavola un'ottima forchetta.
Silvia: quest'ultima caratteristica ci accomuna proprio tutti! All’evento Kitchen goes Digital di Roma avete dato una bellissima definizione di Discovery Food, parlando di una vetrina narrante di produttori eccellenti. In che modo pensate di unire lo storytelling e alla vostra vetrina digitale?
Vito: la nostra vetrina narrante sarà il biglietto da visita del produttore per il consumatore. La ricchezza di informazioni, la qualità dei contenuti multimediali, l'interazione con l'utente sono le caratteristiche che fanno la differenza. Il produttore avrà una serie di strumenti e servizi che lo aiuteranno ad operare efficacemente sul web raggiungendo consumatori locali e lontani.
Silvia: cinque informazioni indispensabili su un’azienda e i suoi prodotti che pensate dovrebbero essere reperibili in rete.
Michele: più sono le informazioni e meglio sono presentate più efficace sarà la comunicazione. Puntiamo a raccogliere più dati possibili e ci impegniamo a strutturarli nel modo più accattivante. Sicuramente se dovessi individuare cinque informazioni indispensabili direi: metodo di produzione, coltivazione, allevamento; punti vendita e distribuzione; storia e tradizione del produttore; scelta e filosofia delle materie prime; informazioni e dati di contatto.
Silvia: il social media (o i social media) irrinunciabile per chi produce cibo.
Vito: ad oggi non esiste un social media specifico per il food e quindi adatto più degli altri. Sicuramente IL social media ideale per questo settore dovrebbe permettere al produttore di mostrare il suo prodotto: Instagram è forse quello più indicato ma anche Facebook o Twitter permettono questo tipo di attività anche se richiedono molta più cura nei contenuti. Forse il vero problema per chi produce cibo è proprio il tempo da dedicare alle attività social aziendali: non è come curare il proprio profilo personale ma serve uno sforzo maggiore nella qualità della comunicazione.
Silvia: da alcuni mesi siete incubati in WCAP: quanto è stata importante, per voi, la fiducia di un incubatore?
Giovanni: dopo aver appreso della vincita di WCAP le nostre vite sono cambiate. Dopo pochi giorni ci siamo dovuti trasferire a Milano per seguire il programma di accelerazione. Si tratta di un'esperienza unica, importantissima, che ci sta permettendo di rapportarci con esperti di marketing, di financial, di social media. Stiamo imparando tantissimo e tutto questo ha permesso una crescita più sicura e rapida della startup. Inoltre grazie a Telecom abbiamo avuto la fortuna di apparire nello spot di Impresa Semplice con Pif e di arrivare in TV.
Silvia: perché credete che l’Italia sia l’ambiente giusto per fondare una start-up come la vostra?
Michele: l'Italia offre un panorama di eccellenze agroalimentari imparagonabile, basti pensare che ci sono più di 5000 prodotti alimentari tra tipici e certificati. Il Made in Italy è un brand riconosciuto in tutto il mondo e proprio per questo motivo deve essere ben raccontato. Discovery Food porta storie autentiche di prodotti agroalimentari al pubblico, mettendo in contatto il consumatore con il produttore. La digital innovation inizia ad essere sempre più una necessità ed un'opportunità per le piccole aziende agroalimentari. In Italia, però, il processo è ancora molto lento: chi scommette oggi in questa possibilità potrà raccogliere i frutti domani.
Silvia: prossima milestone da raggiungere?
Giovanni: a fine novembre avremo la nostra beta privata, per provarla in anteprima è sufficiente lasciare la propria mail su www.discoveryfood.it e appena pronti contatteremo i primi utenti.
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