Inviato da Davide Arnesano il Mar, 03/05/2016 - 11:41

Lo so che non vi immaginereste mai Bruno Munari che si mette a fare foto a tavola prima di pranzo e poi le pubblica su Instagram, ma forse avrebbe potuto darci buoni consigli - e mi perdoneranno i designer che rimarranno sotto shock leggendo il titolo.

Qualche giorno fa mi chiedevo come mai i piatti semi-vuoti, quelli che in modo più elegante definiamo gourmet, spesso risultino più attraenti. Facendo un rapido giro tra gli hashtag cari a chef e food blogger mi è venuta in mente la bandiera giapponese citata da Munari.

Innanzitutto, per chi non sapesse chi è Bruno Munari, stiamo parlando di uno dei massimi protagonisti del design italiano. Nei miei primi anni di università ho trovato i suoi libri illuminanti. Passando alla bandiera giapponese, parliamo ad uno dei modelli più conosciuti quando parliamo di manifesti pubblicitari.

"Esiste uno schema di manifesto al quale spesso i grafici fanno riferimento, per l’efficacia visiva, ed è la bandiera giapponese: un disco rosso in campo bianco. Perché questo schema così semplice ha molta efficacia visiva? Perché il campo bianco isola e stacca il disco da tutto ciò che lo circonda, da qualunque tipo di manifesto e perché il disco è una figura dalla quale l’occhio non si stacca facilmente. Infatti l’occhio (lo sguardo) è abituato a fuggire dalle punte, come dalla punta della freccia, per esempio."
Bruno Munari, da Arte come mestiere

Si, si tratta di uno schema pubblicitario, ma mi ha fatto chiarezza sull'efficacia delle foto pubblicate da alcuni food stylist. Forse la prossima volta questo schema potrà aiutarci a scegliere meglio il giusto tavolo, la forma e il colore del piatto e l'impiattamento del cibo per fare una foto dall'alto al nostro cibo. Insomma, benvenuto minimalismo e addio piatti squadrati che potrebbero suggerire vie di fuga per lo sguardo di chi ammira le nostre foto!

Quindi se inizialmente vi era venuto in mente il sushi parlando di cibo e bandiera giapponese eravate fuori strada, provate a fotografare una bella amatriciana su una tovaglia bianca e poi ne riaparliamo. :) 

Per concludere con una piccola chicca, vi invito a leggere Good Design dove il designer milanese scrive uno dei migliori post... ehm capitoli dedicati al Food Design:

"L’arancia: un oggetto quasi perfetto dove si riscontra l’assoluta coerenza tra forma, funzione e consumo”
Bruno Munari, da Good Design

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