Lo scorso week-end sono stato ospite della Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano per Morellino Wine Experience (#mwe13). Un'interessante blog tour che mi ha fatto scoprire la bellezza della Maremma grossetana, ancor più apprezzata grazie all'ospitalità dei soci della cantina.
Devo dirvi che di venerdì sera ritrovarsi in poco più di un paio d'ore dalla scrivania dell'ufficio di Roma allo stupendo paesaggio della Maremma è una sensazione stupenda. La mia prima volta tra le colline maremmane è bastata per innamorarmi di questo territorio, un posto in cui la mano dell'uomo è essenziale per sottolineare la bellezza del territorio. Passeggiando tra le colline non si trovano angoli abbandonati, ma grandi distese di vigneti curate dalle braccia di agricoltori.
Appena arrivati siamo stati accolti con una cena di benvenuto naturalmente accompagnata da buon vino, presso l'agriturismo Diaccialone dove ho poi alloggiato insieme ad una parte del gruppo. Tra un bicchiere e l'altro del rosato di casa, il Saragiolo e di un rosso come il Vignabenefizio, vino ottenuto dal vigneto omonimo perché è ha delle caratteristiche che lo rendono particolarmente vocato, abbiamo avuto il piacere di conoscere meglio Sergio Bucci, direttore della Cantina dei Vignaioli del Morellino e il presidente Benedetto Grechi, due persone non solo molto competenti, ma soprattutto genuine e innamorate di ciò che fanno e del loro territorio. Una cooperativa che vanta 150 soci per più di 450 ettari di vigne.
Sabato mattina abbiamo visitato alcune vigne dei soci, dove l'agronomo Alessandro Fiorini ci ha fatto da guida raccontandoci cosa succede nel vigneto, e lì qualcuno di noi si è anche cimentato nella scacchiatura, attività che consiste nella rimozione dei cosiddetti germogli ascellari per far rinvigorire la vegetazione.
Tra una vigna e l'altra mi ha colpito la storia di Chiara, ex giornalista che ha deciso di abbandonare la città e con il marito sono andati a vivere in campagna e oggi producono vino di uve biologiche, ovvero uve trattate solo con rame e zolfo. È stato bello vedere che quando raccontava del suo rapporto con la campagna assumeva incredibilmente un tono quasi poetico. Ci ha presentato anche la varietà della fauna della zona che vede la presenza di aironi, rospi, daini, lepri, falchi, cinghiali e in particolare ci ha parlato della continua lotta con la tignola, un insetto che può essere dannoso nei confronti delle piantagioni.
Tutto continua poi a tavola in cantina, dove a tavola compare anche il Roggiano Bio, vino di cui parlavo poco fa, prodotto con uve biologiche. Nel mentre io proseguo con un bicchiere di un altro prodotto della casa, ovvero il Vermentino, un pò di soci ci raccontano la storia della cantina, con delle chicche, come il dato interessante che la cooperativa conta il 30% di presenza femminile.
Dopo un buonissimo pranzo preparato dalle cuoche di casa, ci siamo avventurati nella cantina dove il cantiniere, Massimo Moscatelli ad ogni passo, mattonella per mattonella ci spiegava come viene fatto il vino, ma soprattutto come viene "trattato" e quanto conta il cuore delle persone che lo accompagnano in questo percorso.
È arrivato poi il momento della Cooking Class, e in cucina insieme a Brunella e alle altre donne di casa abbiamo preparato i Pici, pasta tipicamente preparata e servita sulle tavole dei contadini della Maremma, e la Scottiglia, ricetta antichissima (pare risalga ai tempi degli etruschi) definita il cacciucco di terra.
Naturalmente in serata siamo passati alla seconda prova, quella dell'assaggio. I pici accompagnati dal rosso rubino Capoccia, vino fruttato preparato con Ciliegiolo e Alicante, due uve autoctone toscane, mentre la Scottiglia accompagnata dall'ottimo Roggiano Riserva, vino elegante, rosso rubino, preparato in barrique di rovere francese.
Non posso mancare di ringraziare tutti i soci della Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano per l'ospitalità, la disponibilità, per avermi fatto scoprire la Maremma, il tutto accompagnato da una buona cucina e ottimi vini. Un'esperienza indimenticabile.
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