Unioncamere e la Fondazione Symbola hanno presentato questo mese il rapporto annuale GreenItaly 2013, uno studio sulle oltre 328mila aziende italiane che quest’anno hanno investito nella green economy. La scelta del sottotitolo, nutrire il futuro, non è casuale: il settore agroalimentare ha un ruolo di primo piano nella silenziosa rivoluzione sostenibile che si sta realizzando tutto intorno a noi. Nella premessa del focus sull'agricoltura, si legge:
“Rappresentando uno dei settori che ‘vivono’ dal contatto con l’ambiente, l’agricoltura si rivela uno degli ambiti produttivi a maggiore intensità di sviluppo della green economy.”
Si fa presto a parlare di sostenibilità, ma in ambito aziendale l'applicazione dell'ideale di sostenibilità deve essere messo in campo realizzando il delicato equilibrio tra economia e ambiente. Il rapporto dimostra che la green economy si applica meglio alle realtà produttive di dimensioni più grandi, presenti soprattutto nel Nord Italia, nelle quali determinati investimenti possono generare valore nel contesto di una economia di scala. Nel Meridione, vista l'estrema frammentazione fondiaria, i consorzi potrebbero dare una spinta decisiva.
Sono molteplici le declinazioni del concetto di green economy, anche nell'ambito della specifica filiera agroalimentare, in particolare il focus settoriale di GreenItaly 2013 si concentra su:
- riduzione dei consumi energetici e del consumo di acqua attraverso appositi interventi strutturali;
- uso di fonti energetiche rinnovabili, in cui a farla da padrona è l'energia solare, grazie anche ai cospicui investimenti e agli incentivi degli ultimi anni;
- uso di tecniche di agricoltura biologica, senza ricorso agli additivi chimici;
- recupero di scarti e rifiuti, generalmente attraverso circuiti interni di riciclo/riuso/smaltimento.
L'agricoltura italiana è competitiva a livello europeo sia dal punto di vista meramente quantitativo del valore aggiunto e dell'export, sia dal punto di vista qualitativo della sicurezza alimentare. In più, ancora oggi, l'agricoltura è l'unico settore in crescita nel meridione e il terzo settore più attrattivo per i giovani imprenditori. All'agricoltura è delegata non solo la produzione di cibo, ma anche la connessione tra il tessuto sociale e l'ambiente, che viene reinterpretata all'interno delle nuove attività multifunzionali, dall’agriturismo alle fattorie didattiche fino agli agriasilo e alla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino.
Da un altro punto di vista, si assiste a un cambiamento della mentalità nel consumo alimentare: più consapevole, partecipativo e critico. Si preferisce la spesa a chilometro zero, passando attraverso la ricerca di mercati alternativi all'insegna della disintermediazione della vendita - dai GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) ai mercatini bio. In crescita il mercato dei prodotti biologici: biscotti, dolciumi e snack bio hanno fatto registrare un aumento del 22,7%, gli ortofrutticoli freschi e trasformati hanno visto un incremento del volume di vendite pari al 14,6% e anche le uova sono state rappresentative della tendenza in corso con una crescita dell'11,3%, in misura minore hanno inciso gli incrementi della pasta, del riso e dei sostituti del pane. L'incremento della domanda di prodotti biologici è stato tale da determinare un aumento delle importazioni per coprire il fabbisogno italiano.
Scarica il rapporto completo sul sito di Unioncamere: GreenItaly 2013 - Unioncamere.
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